Il Sequestro della CO2 nei Tappeti Erbosi
Le principali fonti di emissione di CO2 nei prati sono le emissioni indirette o nascoste (HCC – Hidden Carbon Costs) derivanti dalle operazioni di manutenzione. Inoltre, i tappeti erbosi possono emettere CO2 in condizioni di stress, quando la respirazione supera la fotosintesi. Per questo motivo, pratiche di gestione adeguate sono fondamentali per mantenere basse le HCC e preservare la salute e l’estetica del prato.
Concimazione Azotata
Deve essere ridotta con la maturazione del prato. Un’importante preoccupazione della concimazione con azoto è la denitrificazione, cioè l’emissione di ossido di azoto (N2O), un gas serra con un potenziale di riscaldamento globale (GWP) molto più alto della CO2. La GWP (Global Warming Potential) esprime l’effetto serra di un gas in rapporto alla CO2, che ha un valore di riferimento di 1. Sia l’irrigazione eccessiva che la fertilizzazione possono causare emissioni di N2O, compensando il potenziale di sequestro del carbonio dei prati. Pertanto, l’efficienza della fertilizzazione è cruciale per i manutentori dei prati sportivi e i proprietari di giardini con prati per evitare di aumentare l’effetto serra. Per ridurre le emissioni di N2O, si raccomanda di usare fertilizzanti azotati a rilascio controllato.
L’Irrigazione
I sistemi di irrigazione devono essere sviluppati in base al clima e al suolo locale, irrigando solo quando le precipitazioni non sono sufficienti a mantenere il prato sano. Una corretta irrigazione aumenta il sequestro del carbonio organico nel suolo (SOC – Soil Organic Carbon), sia migliorando la fotosintesi e riducendo la fotorespirazione, sia ottimizzando l’umificazione della materia organica prodotta dal prato. L’uso di speciali prodotti chimici come gli agenti umettanti, i biostimolanti osmoprotettori ed i ritentori idrici granulari come AQUA possono, con una corretta irrigazione, sia ridurre l’evaporazione del terreno che l’evapotraspirazione dell’erba, mantenendo al top la qualità estetica e funzionale del prato.
Taglio del Prato
Rendendo efficienti l’irrigazione e la fertilizzazione, la crescita del prato non subisce picchi e il suo taglio viene così ottimizzato. Si risparmia energia (e si emette meno CO2) senza compromettere la sua qualità e salute. Tuttavia, per avere un prato bello, sano e vigoroso, evitare il taglio non è possibile. Per ridurre le emissioni nascoste di CO2 (HCC) si possono utilizzare tosaerba più efficienti dal punto di vista energetico, come quelli elettrici, ancor meglio se robotizzati. Anche un’altezza di taglio maggiore, all’interno dell’intervallo ottimale per la specie di prato coltivata e la restituzione dei residui di taglio (clipping) possono migliorare il sequestro del carbonio.
Attività Biologica del Suolo
Una fonte critica di perdita di carbonio dal terreno è l’eccesso di respirazione dell’ecosistema top-soil. Elevate umidità e temperatura del suolo possono stimolare una forte l’attività microbica nella decomposizione della sostanza organica, con una elevata respirazione che provoca il ritorno quasi completo della CO2, nell’atmosfera. Per limitare il fenomeno, bisogna favorire l’umificazione. Per questo, è importante utilizzare in costruzione e nel top-dressing ammendanti speciali come LIFE e ROOTS e SANA che aggiungendo sabbie, biochar, zeolite, nutrienti, microorganismi e vermicompost tea al top soil, diluisce ed incorpora la sostanza organica lungo il profilo del terreno, prevenendo il rilascio della CO2.
La Specie di Prato
Scegliere specie idonee all’uso funzionale del prato (ornamentale o sportivo), adatte al tipo di suolo e al clima locale e tolleranti agli stress ambientali (freddo, caldo, siccità, ecc.) e biotici (malattie, insetti, ecc.) può ridurre le emissioni di carbonio. In generale, i prati di macroterme sequestrano più CO2 rispetto a quelli di microterme. Tra quest’ultimi quelli con una stagione di crescita più lunga e un periodo di dormienza invernale più breve (Poa pratensis e Festuca arundinacea) possono sequestrare più CO2 rispetto agli altri.